A Report from Rosa Spataro

Rosa Spataro

Due mesi di pesquisa a Salvador…

(English translation below)

Sono passati quasi due mesi dal giorno in cui sono arrivata all’Icbie in Brasile e direi che i giorni mi stanno volando con una velocità indescrivibile…nello stesso tempo però, provo la sensazione di essere qui da una vita…!
Da un lato sarà l’ambiente molto familiare e accogliente, che penso faccia sentire qualsiasi persona, che entra nell’istituto,  parte di una grande famiglia e cosi come molti brasiliani definiscono la Bahia:  “una mamma che accoglie con tanto affetto i suoi figli sia brasiliani che stranieri”.

Dall’altro lato sarà l’ambiente e la mentalità di Salvador che spesso mi ricorda il periodo vissuto in Calabria. Ci sono tante cose simili negli atteggiamenti delle persone, nella mentalità e perfino nella lingua (trovo spesso espressioni portoghesi utilizzate anche nel dialetto calabrese , anche se tante volte con significato diverso).

Faccio una breve presentazione per coloro che ancora non mi conoscono. Mi chiamo Rosa (avrete sicuramente già incontrato il mio nome sul blog). Sono di origine italiana, ma ho vissuto gran parte della mia vita in Germania (Freiburg), dove ho anche terminato i miei studi universitari. Dopo un periodo di lavoro nel consolato italiano in Germania nell’ambito della cultura e della cooperazione, mi sono iscritta al master di II livello in “Peacekeeping and Securities Studies” all’università di Roma Tre.

Il mio elaborato finale e il mio grande interesse per la cultura e la società brasiliana, che già da diversi anni nutrivo, mi hanno spinta a intraprendere questo viaggio in Brasile.

A questo punto devo ringraziare Pietro, che mi ha dato la possibilità di appoggiarmi all’istituto e di collaborare nelle diverse attività, potendo cosi sviluppare le mie ricerche sul campo e analizzare dal vivo, tutte le difficoltà e le problematiche che purtroppo la società di Salvador è costretta a vivere quotidianamente.  Un grande ringraziamento è rivolto naturalmente anche al team dell’Icbie , che tutti i giorni lavora con tanta motivazione e impegno nelle attività dell’istituto e che mi ha accolta con tanta disponibilità.

Il mio obiettivo principale accanto alla collaborazione nell’istituto è di analizzare e descrivere per il mio elaborato finale, le strategie adattate dall’Icbie per la formazione di operatori socio-culturali nella città di Salvador. Importante nella mia ricerca sarà lo studio e l’analisi su come l’istruzione e il turismo siano due fattori strettamente legati. Un miglioramento dell’istruzione porterebbe a un incremento e un miglioramento del turismo locale e di conseguenza  a un maggior interesse per  gli interscambi culturali, che soprattutto per i giovani sono di grande importanza.

Ho iniziato il mio lavoro nell’istituto collaborando nella biblioteca e visitando assieme agli altri volontari (sotto la guida di Júlio), i quartieri periferici più abbandonati  e prive di infrastrutture di Salvador, come Uruguay, Massaranduba, Saramandaia e Alagados . Da qualche settimana ho lasciato il mio posto in biblioteca alla nuova e simpaticissima volontaria Ina (tra l’altro la mia compaesana) .
Io continuo intanto a fare le mie interessantissime ricerche, incontrando e intervistando i responsabili di diversi Istituzioni, Associazioni, biblioteche, centri turistici, Centri culturali e anche un orfanotrofio.

Devo dire che le persone che ho intervistate, sono sempre state molto disponibili e molto interessati al miglioramento dell’istruzione e del turismo locale. Dalle diverse interviste è risaltata sempre la stessa opinione:  “Il turismo a Salvador ha subìto un grande calo negli ultimi anni. Bisogna darsi da fare, motivare i giovani a intraprendere la strada dell’istruzione, dell’apprendimento delle lingue straniere e della formazione professionale. In questo modo la società locale potrà aprirsi a nuovi orizzonti culturali, creare dei rapporti più stretti con i turisti e giungere così a un maggior benessere collettivo”.

Di tutte le interviste che finora ho fatto, quella che mi ha colpita maggiormente è stata nell’orfanotrofio “Minha  Vó Flor”.  Lì ho intervistato la responsabile e una giovane ragazza, che vive nel posto da molti anni. Durante l’intervista la ragazza non sembrava molto interessata a conversare,  non capivo se era legato alla sua timidezza o al suo disinteresse.

Dopo qualche settimana trovandomi per la strada a Ribeira,  incontrai la ragazza in compagnia di due bambini  e tutti mi salutarono sorridenti.  Mi chiese più  volte quando sarei tornata a farle visita nell’orfanotrofio. Io risposi che normalmente non sarei dovuta più tornarci, ma che comunque potevo andare a farle visita.  Il giorno dell’intervista la ragazza sembrava poco interessata.  Le mie domande sui suoi progetti professionali futuri  le diedero da pensare, ma nello stesso tempo aveva avuto tanto piacere a rispondere , perché qualcuno si stava interessando della sua vita e dei suoi sogni da realizzare. Compresi da ciò che molti giovani a primo impatto possono sembrare disinteressati a parlare della propria formazione professionale, ma se qualcuno le dà più attenzione e mostra un interesse nei  confronti delle loro difficoltà, lentamente loro abbattano la barriera della sfiducia e partecipano con piacere.

In questo periodo a Salvador sto imparando tanto, soprattutto dalle persone che incontro per caso per le strade. Per un motivo o l’altro s’incomincia una conversazione molto superficiale (quelle più interessanti per esempio, sono state con delle venditrici ambulanti di artigianato nel centro) che poi però portano a delle conversazioni molto profonde riguardando la loro vita, il loro lavoro pesante e poco retribuito, fino ai loro problemi familiari.

Sono sempre stata dell’opinione che per conoscere veramente fino in fondo le cose sia belle sia purtroppo brutte -come le difficoltà e le problematiche di un paese-  bisogna stare in mezzo alle persone che vivono quotidianamente quelle difficoltà e conversare con loro.  Per quanto riguarda il mio piacere per le lunghe conversazioni sulla cultura e la mentalità (essendo un “fan” d’interscambi culturali) in questa città ho trovato delle persone molto interessanti  soprattutto nell’istituto.  Una persona in particolare ( da fare un grandissimo complimento!) che mi ha lasciata molto stupita e che mi ha fatto capire un aspetto molto importante del lavoro nell’Icbie è stato Ricardo. L’appoggio dell’istituto insieme al suo impegno e al suo interesse verso la nostra cultura e la motivazione di imparare una lingua straniera, ha fatto si, che oggi un baiano parli perfettamente la nostra lingua e conosca quasi meglio di noi italiani la cultura, la mentalità, il cinema e la musica italiana. Inoltre è diventato anche il nostro professore prediletto di portoghese e di cultura baiana!

Io intanto continuo con le mie ricerche (ogni tanto anche in spiaggia)e vi terrò informati sulle novità…

Rosa

Minha vo Flor Orphanage

Ricardo Gramoza (”Bogus”)

Two Months of Research in Salvador…

It’s been almost two months since the day I arrived at the ICBIE in Brasil and I have to say that the days are flying by at an incredible pace… but at the same time, I get the feeling that I’ve been here for a whole lifetime…!

One one hand, it’s due to the warm and cordial atmosphere, which I believe makes anyone who enters the Institute feel like part of a big family, along with the way many Brazilians describe Bahia: “a mother who receives her children with much affection, whether they are Brazilians or foreigners.”

On the other hand, it could be the atmosphere and the mentality of Salvador, that often reminds me of the time I spent in Calabria.  There are many similarities in the behavior of the people, of the attitude and even of the language (I often find Portuguese expressions that are also used in the Calabrian dialect, even if sometimes the meaning is different).

I’d like to introduce myself briefly for those who don’t know me yet.  My name is Rosa (you’ve surely already seen my name on this blog).  I’m of Italian origin, but I spent most of my life in Germany (Freiburg), where I completed my university studies.  After a job at the Italian Consulate in Germany in the field of culture and cooperation, I enrolled in a higher level Master’s program in “Peacekeeping and Securities Studies” at the third campus of Rome University.

My final thesis, together with my great interest in the culture and society of Brazil, which I have cultivated for several years, pushed me to make this trip to Brazil.

At this point, I  have to thank Pietro, who gave me the opportunity to make a base at the Institute and to collaborate in its various activities, giving me a chance to develop my research in the field and to analyze up close all the difficulties and problems that, unfortunately, the society of Salvador has to deal with every day.  A huge thank you goes to the ICBIE team, which works every day with so much motivation and dedication in the Institute’s activities, and who welcomed me with such openness.

My primary objective, along with collaborating with the Institute, is to analyze and describe the strategies adopted by the ICBIE in the formation of social and cultural workers in the city of Salvador for my thesis. Central to my research is a study and analysis of how education and tourism are factors that are closely intertwined.  An improvement in education would bring an increase and an improvement of local tourism, and, consequently, a greater interest in cultural exchanges, which, especially for the young people, are of great importance.

I began my work at the Institute by collaborating in the library and, together with the other volunteers (under the guidance of Júlio), visiting the most abandoned peripheral areas, so lacking in infrastructure, of Salvador, such as Uruguay, Massaranduba, Saramandaia e Alagados.  A few weeks ago, I left my position in the library to the new and delightful volunteer Ina (who is from Germany, too).   But I’m continuing with my fascinating research, meeting and interviewing the directors of various institutions, associations, libraries, tourist centers, cultural centers, and even an orphanage.  I have to say that the people I interviewed were always willing to help and very interested in improving both education and local tourism.  From these discussions, the same opinion was always expressed: “Tourism in Salvador has fallen off a lot in the last few years.  We have to start working, to motivate young people to seek the road to instruction, to learn foreign languages and professional training.  In this way the local society will be able to open up new cultural horizons and create tighter ties with the tourists, which will bring a greater collective well-being.”

Of all the interviews that I have have done so far, the one that struck me the most was at the “Minha Vó Flor” orphanage, where I talked to the director and to a young girl who has lived there for many years.  During the interview, the girl seemed indifferent and didn’t seem to want to talk much, and I could not decide whether this was because of her shyness or due to a real indifference.

A few weeks later, as I was walking down the street in Ribeira, I ran into the girl, who was accompanied by two little kids, and they all greeted me with smiles.  She asked me over and over when I was going to come back to visit her at the orphanage.  I answered that I really wasn’t planning to return, but that I could come and visit her.  On the day of the interview, she didn’t seem interested.  But my questions about her future professional plans made her think,  and now she was happy to respond, because someone was interested in her life and the dreams she hoped would come true.  I realized that many young people, at the beginning, can seem to be reluctant to speak about their own professional development, but if someone gives them a bit more attention and shows an interest in their difficulties, slowly the barrier of suspicion falls, and they participate happily.

During my time in Salvador, I’m learning a lot, especially about the people who I meet casually on the streets.  For one reason or another, it always starts with a very superficial conversation (the most interesting ones were with street vendors in the city center) that ends up in really profound conversations about their lives, their hard and badly paying work, and finally, with their family problems.

I’ve always been of the opinion that if you really want to get to the bottom of things, whether they’re good or bad—such as the difficulties and problems of a country—you have to get into the middle of it all, with the people who experience those problems daily, and you have to talk to them.  As for my delight in long conversations about culture and customs (being a fan of cultural exchanges), in this city I have found really interesting people, especially inside the Institute.  One person in particular (who deserves a huge compliment!) is Ricardo.  His support to the Institute, along with his hard work, his interest in Italian culture and his motivation to learn its language, has brought him to the point where today a Bahian can speak our language perfectly, and he knows the culture, the mentality, the cinema and the music of Italy almost better than we do.  In addition, he has become our favorite professor of Portuguese and Bahian culture!

And in the meantime, I will continue with my research (sometimes even on the beach) and I’ll keep you posted…

Rosa

2 commenti
  • Rispondi Marcella76

    28 settembre 2009, 16:11

    Bel reportage Rosa!!!Parabens
    Buona continuazione di lavoro….e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri!!!
    abraços
    Marcella

  • Rispondi ricardobogus

    28 settembre 2009, 18:36

    Oi Rosa, Bom dia! Acabei de ler no blog a sua reportage, muito bom! meus parabens! Qualquer pessoa lendo o seu texto não so entenderá mas tambem sentirá uma grande forte emoção. Fico contente que você esteja tendo grandes esperiençias e emoções difer…entes! Sei grande! (Te lo meriti di più!) Espero que os seus ultimos dias de permanencia no Brasil te possa transmitir ainda muito mais satisfações! Grazie di cuore per il complimeto su blog! Sei stata una delle poche persone che mi hanno fato dei complimenti così ! Dopo di aver fatto tanto e ancora lo sto faccendo per l’icbie, che tra l’altro L’ho fatto, Lo faccio e Lo farò sempre di cuore finche potrò. O ICBIE me ajudou muito e isso eu o-confirmo! Obrigado ainda Rosa e tenha um bom dia!Visualizza altro

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