Terra Nostra –
L’Icbie incontra il Movimento Sem Terra
” (…) Anche tu sei collina
e sentiero di sassi
e gioco nei canneti,
e conosci la vigna
che di notte tace.
Tu non dici parole.
C’è una terra che tace
e non è terra tua.”
Cesare Pavese – La Terra e la Morte
Tornare a sentire la terra sotto i piedi, in una sala istituzionale.
Più che un incatesimo, quello che avviene a Palazzo Marini lo scorso 30 ottobre, è la sensazione di una naturalità rivendicata attraverso un semplice, ristabilito ordine di parole: la terra è dei popoli.
L’interessante iniziativa promossa da Adriano Zaccagnini, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e Serena Romagnoli di Amig@s MST Italia, vuole promuovere una stretta di mano tra alcuni rappresentanti dell’agricoltura italiana e il Movimento dos Trabalhdores Rurais Sem Terra che celebra i primi 30 anni di vita e lotta.
Francisca Rodriguez dà voce a La Via Campesina, l’altra onorevole organizzazione internazionale, intervenuta a testimonianza della trasversalità della causa di agricoltori e contadini, popolazioni senza terra, migranti. “Il capitale – sostiene con una calma battagliera- trasgredisce tutte le regole della natura. La “semilla” è un simbolo di resistenza contro chi lucra e avvelena i nostri campi.”
A rappresentare il movimento Sem Terra, Joao Pedro Stedile, membro della Direzione nazionale del MST e autore di diverse pubblicazioni in tema di movimento e riforma agraria.
I Sem Terra, presenti in quasi tutti gli stati del Brasile (24 su 26 totali), contano su grandi numeri: un milione e mezzo le persone coinvolte e più di 35.000 terre rese a nuclei familiari.
Il movimento segue principi di agroecologia, promuove la biodiverstà e la policoltura e si batte per l’abolizione della schiavitù dettata dalle multinazionali sulle coltivazioni e il commercio di prodotti agricoli, tema quanto mai attuale e considerevole se si pensa alle mobilitazioni che si oppongono oggi ai mega trattati di libero scambio, quali il TTIP (Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti), che di fatto disegnano un quadro di deregolamentazione in quanto a standard di sicurezza e tutela dei diritti di base dei cittadini, in nome del profitto.
Come piccola delegazione dell’ICBIE ci sentiamo profondamente coinvolti in particolare sul secondo asse che classicamente e storicamente, rappresenta un terreno di costruzione e lotta: l’educazione. Stedile ci racconta che il processo di liberazione dei Sem Terra passa necessariamente attraverso l’accesso alla conoscenza, motivo per cui, sulle orme dell’importante eredità seminata dalla pedagogia della oppressi di Paulo Freire, una grande fetta del lavoro si svolge all’interno di scuole e università itineranti.
I processi di formazione, scorrendo ancora lungo il filo freiriano, non possono prescindere dalla prassi: teoria e azione trovano nella connivenza la chiave per stimolare riflessione, coscienza, mobiltazione e lotta concreta. Ogni membro del movimento ne è in qualche forma coinvolto, basti pensare alla rivista “Jornal da criança MST” curata dai bambini e le bambine del movimento.
Proprio tra lepagine del numero dedicato a Dandara e Zumbi, i due personaggi-simbolo della lotta di liberazione del popolo africano in Brasile, trovo la conferma che, a giudicare dai preziosi incontri, il galeone Icbie continua a solcare buone acque e percorrere fruttuose terre.
Loona