Dopo il primo mese a Salvador, non saprei come descrivere le strane sensazioni che ho in mente: e’ come se stessi qui da sempre, e, a dire la verita’, l’ Itália non mi manca affatto. Non e’, come tutti facilmente penserebbero, per la musica, i sorrisi, o perche’ qui e’ tutto piu’’ facile e ci si diverte, no. Qui non e’ affatto cosi’, almeno cio’ che io ho visto e’ lontano dall’ideale turístico del Brasile in cui tutti ridono e si divertono. Ballano sempre, questo si. E ridono anche. Ma non e’ questo che mi há spinto a riflettere sulla mia vita a Roma. In realta’, una qualche riflessione io l’ho sempre fatta, con esiti negativi e sconfortanti. Guardando la mia Itália, vedo um paese stanco, stantio, sfinito, che non ha nulla da offrire a chi ha idee dinamiche e vuole dire qualcosa di nuovo, o, semplicemente, ha voglia di vivere, e di vivere una vita che gli appartenga a lui e che non rispecchi ciecamente le esigenze della societa’ in cui vive. Ho la visione di un paese, l’Italia, in cui e’ tutto fermo, tutto chiuso, dove tutto e’ apparenza e non sostanza. Prendiamo l’arte, pochi fanno arte perche’ hanno um reale, imprescindibile desiderio di dire qualcosa,e meno ancora si incontrano movimenti e gruppi di persone che spingono per creare qualcosa di condiviso che abbia un senso e che dia senso a cio’ che viviamo. Qui e’ molto diverso. Qui la gente ha altri problemi, ma ho la sensazione di un paese in crescita, dove le persone hanno l’entusiasmo e la necessita’ di esprimersi, di lanciare idee, ideali, immagini, sensazioni, che possano trasformare e far vedere la realta’ sotto una luce diversa. Forse qui e’ ancora un’esigenza, quella di sognare e trasformare la realta’ inventandone un’altra migliore fatta di idee e colori . Questo non risolve i problemi, ne’ vorrei fare del buonismo e trasmettere l’idea che qui tutto e’ bello. Non e’ cosi, anzi, all’inizio avevo la sensazione di um território ostile, totalmente differente dal mondo a cui sono abituata. E in effetti lo e’. Fare un semplice bagno al mare significa rischiare di essere trascinati dalla corrente, e anche le zone interne di foresta che ancora non ho visitato non devono essere troppo tranquille. La natura e’ la metáfora del luogo in cui ti trovi. La gente qui sembra aperta, ma in realta’ anche li’ devi entrare in una cultura diversa, in cui tu sei il diverso e ti vedono come tale. Devi cercare di abbandonare i tuoi vecchi schemi, cambiare il tuo sguardo sulle cose e su te stesso, fare i conti con le tue barriere/chiusure e pregiudizi. E’ uno sforzo di apertura e di conoscenza, non sempre facile, ma senza dubbio di forte impatto, che mi sta cambiando e in cui sto crescendo, grazie a tutti per questo,
Consuelo.
After my first month in Salvador, it’s hard to describe all the strange sensations in my head: it’s like I’ve always been here, and, to tell the truth, I don’t miss Italy at all. And, it’s not, as everyone automatically thinks, because of the music, the smiles, or because everything is easier here and you have a lot of fun. It’s not that at all, at least from what I have seen, which is far from the smiling and happy Brazil that you see in the tourist brochures. The people dance all the time, that’s true. And they laugh. But that’s not what pushed me to rethink my life in Rome. Actually, I’ve always had my doubts, with negative and uncomfortable conclusions. When I look at my Italy, I see a country that is tired, old-fashioned and exhausted, with nothing to offer to someone with dynamic ideas and the desire to say something new. Or who simply wants live, and live a life as he chooses, without blindly following society’s rules. I have formed the image of a country, Italy, where everything is at a standstill, closed into itself, where everything is appearance and not substance. Look at the arts… few people make art because they have a real, inescapable desire to express something, and even less do you find movements and groups of people who try to do something together, something that makes sense and that reveals the meaning of what we are experiencing. Here, it is very different. Here the people have other problems, but I get the feeling of a country that is growing, where the people have enthusiasm and the need to express themselves, launching ideas, ideals, imagination, sensations, that are able to to transform things and reveal reality under a different light. Perhaps, there is still a need here, a need to dream and transform reality by inventing a better one, made of ideas and colors. This may not resolve the problems, nor do I want to gloss things up and transmit the idea that everything is beautiful here. It isn’t; instead, at the beginning, I felt that the place was threatening, totally different from what I was used to. And in fact, it is different. To have a swim means risking to be swept away in the current, and the forests inland, that I haven’t visited yet, probably aren’t too tranquil either. Nature is a metaphor of the place where you find yourself. The people here are open, but in reality, you still have to enter into a different culture, one where you’re the different one and that’s how people see you. You have to try to abandon your old patterns, change your viewpoints, both toward what you see and how you see yourself, taking into account your own barriers and prejudices. It’s a challenge to open up and discover, not always easy, but without doubt strong in its impact, and it is changing me and making me grow. Thanks to everyone for this,
Consuelo