(English translation below)
Venerdì sera si è svolto un interessantissimo evento che ha coinvolto molti ragazzi e adulti della nostra comunità per un verso curiosi di assistere alla presentazione della tradizionale danza italiana “Taranta o Pizzica” e dall’altro non vedere l’ora di gettarsi nella mischia e apprenderla. Antonello Veneri l’animatore, chitarrista e teorico del gruppo, ha cominciato a spiegare le origini storiche e sociali di tale danza nata nel territorio salentino vicino a Lecce. Tra i tanti fattori affrontati nella sua prolusione molto efficace è stata la visione di un piccolo filmato in bianco e nero che mostrava una donna pizzicata dalla ragno tarantola, la quale cominciava a fremere e accartocciarsi sul pavimento, mentre un gruppo di strumentisti davanti a lei si scatenava in musiche dal ritmo infernale.
Alla fine Antonello ha ricordato che nessun ragno tarantola ha mai morso una donna tarantada, ma che tale danza nasce da una necessità espressiva interna del sesso femminile sottomesso del sud e che attraverso questa danza finalmente mostra se stesso, la sua forza, il suo esistere e amare la vita e l’eros, liberandosi dal male che ha dentro: sia del veleno del terribile animale (il significato simbolico), sia quello accumulato nella vita di una donna nata in mezzo ad una società patriarcale contadina (il significato psicosociale).
Poi è venuto il momento in cui Marcella Bomba, l’insegnante di danza, ha cominciato a mostrare come si balla la Pizzica, tutte i vari passi, le giravolte, i salti, i movimenti caratteristici dei piedi sospesi, gli scatti e anche gli accessori necessari come la veste lunga, fazzoletti o la tovaglia etc.
Dopo la sua prima individuale dimostrazione di danza ha invitato a ballare con lei alcune persone del pubblico che non hanno aspettato tanto a farsi convincere. Persino Julio che è tutto tranne che un convincente ballerino si è gettato con foga nel centro della pista, mostrando doti che fino ad oggi manteneva nascoste.
Infine piano piano tutti gli spettatori, circa una cinquantina, anche i più timidi, si sono abbandonate al ritmo della Pizzica senza più reticenze trasformando una lezione/concerto in una festa danzante piacevolissima e apprezzata da tutti.
Pietro
(Thanks to Ben and Alex for the great photos!)
Friday night there was a really interesting event that got a lot of our community’s kids and adults involved, inciting their curiosity and making them want to be a part of a presentation of the traditional Italian dance “Taranta o Pizzica.” They couldn’t wait to join in and learn how to dance it. The front man, guitarist and expert of the group, Antonello Veneri, began by explaining the historical and social origins of this dance, which began in the Salentino territory near Lecce. Among the many angles that he confronted during his captivating introduction, the best came when he showed a brief black and white film that showed a woman getting bitten by a tarantula spider and then commencing to shake and writhe on the ground, while a group of musicians surrounded her and broke into a frenetic rhythm.
At the end of his talk, Antonello reminded us that no tarantula spider ever caused a woman to dance the tarantella by its bite, but that the dance was born because of an innate expressive need of the oppressed women of the south who, through this dance, are finally able to show off their strength, their lives full of love and lust, liberating themselves from the evil that lies within: whether it be the venom of the terrible arachnid (and its symbolic significance) or the poison that has accumulated during a lifetime under the domination of the patriarchal rural society (and its psycho-social significance).
Then it was the turn of Marcella Bomba, the dance teacher, who began explaining how to dance the Pizzica, with its different steps, the spins, the leaps, the characteristic movements of the feet suspended in the air, the jumps and also the various accessories, such as the long skirt, the handkerchiefs, the tablecloth, or whatever.
After her solo demonstration of the dance, she invited a few people from the audience, and it wasn’t hard to convince them to join in. Even Julio, who is hardly famous as a dancer, threw himself wildly into the center of the floor, showing talents that had hitherto been hidden.
Bit by bit, all the spectators, about fifty of them, even the shyest, abandoned themselves to the Pizzica rhythms, and, losing their inhibitions, they transformed the lecture/concert into a delightful dance party that everybody loved.
Pietro