Eccoci a metà percorso.
Sono arrivato a Salvador più di due settimane fa e le cose vanno piuttosto bene. I miei corsi procedono in maniera positiva. Abbiamo creato una bella atmosfera… le due classi d´inglese sono variopinte. Ci sono ragazzi, mamme, studenti e persone di mezza età. Il tutto compone un gruppo eterogeneo molto interessante e vivace. Per me a volte è un po’ faticoso proporre delle attività per loro non convenzionali come i dialoghi su cassetta o le attività di scambio orale basate su domande e risposte. Marlene mi ha detto che a scuola qui a Salvador queste cose non si fanno. Dopo la fatica, e grazie all’ausilio dell’insostituibile Bogus, una volta assimilate e avviate, queste attività procedono bene e i risultati sono ottimi.
Il gruppo più avanzato, quello che ha già studiato con Rosa e Michelle sta affrontando tematiche grammaticali come gli avverbi di frequenza e i verbi irregolari… e anche qui i risultati si vedono. Insomma le attività didattiche vanno, i due gruppi rispondono e imparano. Una bella soddisfazione.
La classe di francese invece è di tutt’altro stampo: è una classe decisamente più elitaria, molto piccola, composta da Valeria: un avvocato che si occupa di diritto di famiglia con l´ambizione di imparare più lingue straniere (nel frattempo diventata una cara amica), Christian: uno studente di geografia e scienze umane che ha bisogno delle basi del francese per un´esame di lingue straniere all´università. Il suo sogno è quello di legge Foucault, Sartre e Bergson in lingua originale… Concludono il gruppo Herbert e Adriano: due giovani informatici che vogliono espandere la loro attività in Francia. Degno di il fatto che durante la prima lezione ci sono state alcune studentesse Canadesi francofoni di Montreal, volontarie in altri istituti che hanno voluto sostenere il progetto con la loro presenza.
Cosa aggiungere… Il clima è dei migliori, durante il tempo libero si riesce a conoscere la città e le sue sfaccettature. Il bello è proprio quello di vederla non come bieco turista, ma come persona che sta qui a fare il volontario e che vuole aprire gli occhi sulla realtà circostante.
Spero che il racconto della mia testimonianza possa essere utile al blog con il fine di dare un´idea di come alcune cose si svolgono all’interno dell’ICBIE.
Daniele Dattilo
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English translation:
Here we are, halfway through.
I arrived in Salvador more than two weeks ago and things are going rather well. My classes are proceeding in a positive way. We have created a pleasant atmosphere… the two English classes are a motley mix, with young kids, moms, students, and middle-aged adults, and this heterogeneousness makes it a lively and stimulating group. Sometimes it is a bit difficult to try out new teaching tools, such as playing recorded dialogues or improvising oral exercises based on questions and answers. Marlene told me that they don’t do these things in schools here in Salvador. After a bit of effort, and thanks to the aid of the inimitable Bogus, once they understood what we were doing and they got used to it, these activities really took off, and the results are excellent.
The more advanced group, with kids who already studied with Rosa and Michelle, is confronting grammatical concepts such as comparative adverbs and irregular verbs, and here, too, the results are visible. All in all, the two groups are responding and they are learning, which is a great satisfaction.
The French class is something else: it is decidedly more elitist and small in size, comprised of Valeria, a lawyer specializing in family rights who wants to learn as many foreign languages as she can (and who has become a dear friend); Christian, a geography and humanities student who needs a foundation in French for an exam at university (his dream is to read Foucault, Sartre and Bergson in the original); and Herbert and Adriano, two young computer technicians who want to expand their activities in France, to complete the group. It is worthwhile mentioning that several French-Canadian girls from Montreal, student-volunteers with other assistance groups, came to the first lesson, to help out and offer their moral support.
What can I say? The climate couldn’t be better, and during my free time, I’m getting to know the in and outs of the city. It is great is to be able to see it not like a dumb tourist, but as a person who is here to do volunteer work and who wants to open his eyes to the true reality that surrounds him.
I hope the record of my testimony can be useful to the blog, in order to give an idea about how things work inside the ICBIE.
Daniele Dattilo